“Ciò che l’occhio ha visto, il cuore non dimentica. (Proverbio Africano)
l disturbo post-traumatico da stress si sviluppa in seguito ad un evento traumatico, in cui una persona ha vissuto o assistito ad uno o più eventi che hanno minacciato la propria o altrui integrità fisica o psichica, sperimentando paura e ansia intensi, sentimenti d’impotenza, inadeguatezza, incapacità oppure di orrore. Eventi traumatici che possono innescare il DPTS sono aggressioni personali violente (fisiche o psicologiche), disastri naturali, incidenti, lutti improvvisi… Anche le famiglie delle vittime possono sviluppare il disturbo. Le persone che hanno un DPTS rivivono in modo ripetitivo la situazione che le ha traumatizzate, sotto forma di flashback, incubi, ricordi o pensieri spaventosi. Possono inoltre presentare un intenso disagio quando sono esposte a fattori che assomigliano o ricordano l’evento traumatico. E’ presente incapacità di ricordare alcuni aspetti importanti di tale evento, diminuzione d’interessi, capacità ridotta di provare sentimenti di amore, difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno, irritabilità e ansia.
Il DPTS può manifestarsi a qualsiasi età, compresa l’infanzia. E’ frequente la comparsa di depressione, abuso di sostanze, dipendenze di varia natura e di altri disturbi d’ansia. (mi chiedevo: è possibile che “depressione” e “disturbi d’ansia” abbiano un collegamento ipertestuale con il capoverso corrispondente all’interno di questa stessa pagina?)
I fattori che aumentano la probabilità di sviluppare DPTS variano con la cultura, gli eventi storici, le caratteristiche del contesto, l’intensità dell’evento traumatico e la presenza pregressa di disturbi psichiatrici personali/familiari. Ultimamente si è visto che anche un ambiente lavorativo inadeguato, minaccioso e particolarmente stressante può far insorgere questo disturbo, come accade ad esempio alle vittime di mobbing. (idem: “mobbing” può collegarsi alla sezione AZIENDE, nel capoverso sul Mobbing?)
Il DPTS, se non trattato, tende a divenire cronico. Sono disponibili diversi tipi di interventi per affrontare questo problema: la psicoterapia, la farmacologia, l’EMDR, i metodi di gestione dell’ansia e l’esposizione immaginativa. Un altro genere di trattamento appartiene alla categoria dei cosiddetti interventi preventivi. Si tratta di interventi che consistono nel trattare le persone immediatamente dopo l’evento traumatico e rientrano nel metodo del “debriefing”. In molti casi è decisivo integrare tali trattamenti in un unico progetto terapeutico, poiché difficilmente uno solo di essi assicura risultati sufficienti nel corso del tempo. Le famiglie possono avere un importante ruolo di sostegno per chi ha subito un evento traumatico. Sebbene il paziente sia il centro del trattamento, i membri della famiglia possono sostenerlo prendendo parte al programma terapeutico.