Terribile è il gioco dell’amore in cui uno dei due giocatori deve perdere la padronanza di sé stesso.(C. Baudelaire)
uando l’amore si trasforma in una ossessione che domina la mente e fa soffrire, non parliamo più di amore ma di dipendenza affettiva. Una problematica legata alle emozioni, ai pensieri e ai comportamenti delle relazioni amorose, sempre più diffusa nel mondo contemporaneo. La dipendenza in una relazione di per sé non è patologica: è normale che ci sia un certo grado di fusione con il partner. La dipendenza dovrebbe diminuire con lo stabilizzarsi del rapporto lasciando nella coppia una piacevole percezione di fiducia e autonomia. La dipendenza affettiva disfunzionale è invece uno stato patologico in cui la relazione di coppia è vissuta come condizione unica, indispensabile e necessaria per la propria esistenza. All’altro viene attribuita un’importanza tale da annullare se stessi e non ascoltare i propri bisogni. Tale meccanismo viene perpetuato per evitare di affrontare la paura più grande: la rottura della relazione. È una condizione relazionale negativa, caratterizzata da assenza cronica di reciprocità nella vita affettiva, che tende a creare malessere psicologico e/o fisico.
Le esperienze di dipendenza affettiva sono generalmente fantasie romantiche, che aiutano ad attenuare la paura della solitudine e del rifiuto, promettendo “felicità eterna”, oppure esperienze concrete del legame di attaccamento, che placa la paura (consapevole o inconsapevole) di essere abbandonati e illude di eliminare la solitudine e le carenze nell’autostima: per questa ragione il legame viene protratto anche quando implica costi psicologici logoranti (con l’effetto boomerang di abbassare ulteriormente l’autostima, anziché incrementarla). Per alcune persone infatti, le relazioni diventano fonte di insoddisfazione e frustrazione ma, per quanto portare avanti questo legame sembri difficile, il pensiero di rimanerne privi è di gran lunga peggiore. La dipendenza affettiva si instaura proprio all’interno di questa tensione tra il “non poter vivere con” e il “non poter vivere senza”: il funzionamento della persona dipende dalla propria relazione affettiva.
Come accade per gli altri generi di dipendenza, la guarigione dalla dipendenza affettiva è un processo complesso che può richiedere del tempo. I presupposti fondamentali sono il riconoscimento della propria dipendenza, la presa di coscienza delle conseguenze che essa ha prodotto e potrebbe produrre in futuro e la volontà di intraprendere un processo di cambiamento. Tutto ciò richiede un’iniziale dose di coraggio perché, nella maggior parte dei casi, il cambiamento comporta la fine della relazione disfunzionale e la gestione dell’astinenza. La consapevolezza del disturbo, delle sue dinamiche e dei circoli viziosi che si instaurano rappresenta il punto di partenza per il riconoscimento, da parte del soggetto, dei meccanismi della dipendenza, e delle strategie per la gestione di eventuali ricadute.